Header Image
Home / ESAME ECOGRAFICO

ESAME ECOGRAFICO

Esame ecografico a Lecce: 8 consigli

Certamente l’ecografia è tra le metodiche diagnostiche più comunemente utilizzate e, nonostante tutti i Medici abbiano una adeguata conoscenza della metodica, per venire incontro alle necessità di ciascun paziente, alcuni aspetti meritano di essere rivisti e focalizzati. Se è vero che la metodica è di facile e rapida esecuzione, non utilizza i raggi X, è bene accetta al paziente e, sicuramente, è dotata di elevato potere diagnostico è anche vero che proprio queste caratteristiche espongono medici e pazienti a errori diagnostici come indicato dall’aumento le vertenze legali in cui vengono sollevate questioni di responsabilità sia dei Medici ecografisti per errate o incomplete diagnosi sia dei Medici curanti per errata o incompleta considerazione delle diagnosi ecografiche correttamente poste. Cosa si può quindi fare per ridurre il più possibile il rischio di errore nell’interesse primario del paziente?
  1.  Bisognerebbe che l’ecografista fosse adeguatamente formato e aggiornato sulle nuove acquisizioni nel campo della diagnostica ecografica
  2.  L’ecografista dovrebbe avere a disposizione un’attrezzatura quanto più aggiornata possibile.
  3. Non bisogna infatti dimenticare che le indagini con ultrasuoni sono sia operatore-dipendenti che ecografo-dipendenti.
  4. Per quanto riguarda l’operatore, qualsiasi paziente nel momento in cui gli si affida lo fa nella convinzione che il proprio ecografista abbia svolto un adeguato training formativo sotto la guida di colleghi esperti in centri o scuole di formazione adeguate. Va detto che esiste in Italia un Registro Nazionale degli Ecografisti consultabile in rete (tenuto dalla SIUMB, che è la maggiore Società scientifica italiana di ecografia) che attesta l’avvenuta corretta formazione del medico.
  5. Il mercato oggi offre in vendita una ampia gamma di ecografi che vanno dai piccoli portatili ai grandi apparecchi per usi complessi e di ricerca con costi assai differenti. Inoltre ogni ecografo può essere dotato di una spesso numerosa serie di sonde per l’esplorazione dei vari organi ed apparati, e ogni sonda ha specifiche caratteristiche e indicazioni di uso che l’ecografista esperto deve conoscere e utilizzare in relazione alla specifica tipologia dell’esame.
  6. Gli ecografi di livello più alto, poi, sono dotati di numerosi software per ottimizzazione delle immagini, che ne rendono ancora più complesso, ma chiaramente più efficiente, l’uso. In linea di massima, se per un esame urgente (trauma, episodio vascolare acuto, minaccia di aborto, ecc.) le informazioni di prima istanza possono essere raccolte con qualsiasi ecografo non è così quando le esigenze sono di accertamento su patologie per le quali è necessario programmare un iter diagnostico-terapeutico di elezione. In questi casi, che sono poi la stragrande maggioranza delle occasioni in cui si richiede un esame ecografico o ecocolorDoppler, la affidabilità del risultato dell’indagine sarà tanto maggiore quanto più elevata sarà la qualità della apparecchiatura impiegata e la sua flessibilità e adattabilità operativa. Oggi poi gli ecografi di alta fascia possono utilizzare programmi di imaging che permettono di acquisire informazioni ancora più complete. Ci riferiamo ad esempio a:
    – Imaging panoramico: attraverso la scansione continua permette di acquisire immagini molto estese in lunghezza che permettono la misurazione corretta anche di organi di grandi dimensioni o di neoformazioni/raccolte i cui limiti superano il campo di vista della sonda ecografica, talvolta con scansioni assiali dell’intero addome (tipo TC) o di un intero arto.
    – Elastosonografia che mediante varie tecnologie studia la deformabilità delle strutture e/o delle lesioni focali, parametro che si correla, ad esempio, nel fegato alla comparsa di fibrosi e in altre sedi anatomiche patologiche al rischio di malignità.
    – ColorDoppler ultrasensibile che, anche con l’aiuto del PowerDoppler Direzionale, permette di visualizzare il flusso ematico in vasi capillari, senza uso di ecocontrasto, e quindi di effettuare una sorta di angioecografia
  7. In terzo luogo è assolutamente necessario che nell’esecuzione dell’indagine il medico ecografista esperto si attenga alle linee guida, consultabili in rete (http://www.siumb.it/node/17), che indicano la via maestra da seguire nel corso di un esame diagnostico con ultrasuoni.
  8. Infine qualche accenno merita la corretta stesura del referto finale che deve essere chiaro e facilmente comprensibile anche da Medici non ecografisti, contenere tutte le informazioni rispetto all’apparecchiatura utilizzata e alle eventuali limitazioni a una corretta acquisizione delle scansioni (obesità, meteorismo, mancata collaborazione). Deve porre, in caso di riscontro di patologia, delle indicazioni in merito alla diagnosi e al corretto iter da seguire per giungere a una diagnosi definitiva correttamente posta. Quando il quesito diagnostico viene posto per una valutazione volumetrica degli organi tutte le misurazioni vanno intese cautelativamente come riferite a un range di variabilità, che può essere anche molto elevato in calcoli che utilizzano coefficienti di moltiplicazione (misurazione di aree, volumi, ecc.). Pertanto le misurazioni, che si trovano riportate sulla relazione o che figurano nelle immagini registrate, non devono essere ritenute di altissima precisione, ma solo indicative di un valore medio, dipendente sia dalla accuratezza con cui è stato possibile calcolarle, sia dal tipo stesso di misurazione eseguita. Un caso particolare è quello, ad esempio, delle misure eseguite sulle anche neonatali. Solo un esame perfettamente eseguito (che risponda cioè ai parametri di correttezza per la metodica) garantisce un’esatta classificazione secondo la metodica di Graf; per questo sarebbe necessario eseguire questo esame quando il bambino è molto piccolo, entro i 2 mesi di vita.
Questa nostra breve e sintetica disamina di alcuni aspetti relativi alle indagini diagnostiche con ultrasuoni non ha la pretesa di esaurire i problemi che queste moderne indagini comportano, ma noi speriamo che essa risulti utile a migliorare la fruizione di questi importanti ausili diagnostici, aumentando la consapevolezza degli aspetti positivi, ma anche di indicazioni e limiti.
Alla base di tutto, rimane sempre la correttezza dell’atteggiamento verso l’ammalato e verso la malattia. Bisogna saper rinunciare alla presunzione, alla boria, alla volontà di autoaffermazione, e mettersi umilmente al servizio dell’ammalato e della nostra arte/scienza, sapendo che il riconoscere i propri limiti o i limiti dei nostri mezzi non ci danneggia, ma anzi è la migliore garanzia del nostro lavoro in termini di serietà e di etica professionale.
Top